mercoledì 15 giugno 2016

Quando ti aspetti che debba succeder tutto...

...e poi nulla succede. Dare il resto e poi sorridere è arrivato secondo. Un ottimo risultato, direi, ma non IL risultato. Richieste di adozione non pervenute e tutto continua il suo corso, una figlia che affronta a testa alta i suoi primi esami, le altre due che godono dell'agognato riposo, lo spiritello allegro improvvisamente muto, stecchito, la scheggia che balla il tip tap, più baldanzosa che mai. Io qui a traghettar parole che più spesso del solito si incagliano, e poi mi tocca stanarle nei recessi di un qualche abisso lessicale. Fuori fa ancora il solito sordido freddo, che pare sempre che oggi sì, coi sandali si può, e ti ritrovi coi piedi ghiacciati. La mia storia incompiuta attende paziente una nuova svolta perché forse, chissà, arriverà un altro orizzonte da raggiungere, un altro sogno da incidere nella memoria, un'onda capace di navigarmi altrove. E io saprò cavalcarla.

giovedì 9 giugno 2016

Finalista al concorso "Castelli di scrittori"

Dunque ho partecipato con "Dare il resto e poi sorridere" a un concorso letterario, e sono tra i dieci finalisti. E' un concorso locale, ma ha avuto un'organizzazione coi fiocchi tanto da meritarsi una giuria di tutto rispetto, che coinvolge cinque addetti ai lavori, di quelli veri. La premiazione si svolgerà domenica, gli altri finalisti, di cui ho sentito leggere dei brani, sono tutti bravissimi e non spero di vincere. Quello che davvero sogno è che un membro della giuria, fosse anche l'unico che ha votato per il mio libro, si avvicini a dirmi: "Ti adotto". 
Sì, ti adotto, ti prendo per mano e ti guido, il talento c'è, facciamone insieme qualcosa. 
Scheggia stai zitta che lo so, chi mai se ne prenderà la briga, ma intanto lasciami un po' sognare, che c'è bisogno anche di quello, ogni tanto, nella vita. E' un po' come quando giocavo a pallavolo e sognavo che un giorno arrivasse Quinxia Pu, a quei tempi allenatore della nazionale, e mi dicesse: "Vieni, che ti porto con me". Non è mai arrivato, ovvio, ma anche il solo sognarlo è stato bello, per il tempo che è durato, e rimane un ricordo inebriante. Anche un sogno che resta un sogno lascia un bel segno nella memoria, Scheggia. Fattene una ragione.

venerdì 15 aprile 2016

"Dare il resto e poi sorridere" non deve morire...

L'ho pensato, e poi l'ho scritto. Forse non proprio in quest'ordine, nel senso che l'ho pensato mentre lo scrivevo, l'ho scritto mentre lo pensavo, ma comunque ce l'ho fatta, sono arrivata alla fine. Per quanto si creda, non è facile arrivare alla fine. Ci sono giorni - tanti - in cui ti chiedi cosa stai facendo, ne vale davvero la pena? Qualcuno lo leggerà? Ma sto scrivendo per me o per gli altri? Giorni in cui scrivere mi faceva bene, giorni in cui mi sembrava una maledizione, in cui perdevo il senso e poi lo ritrovavo. 
Dopo averlo scritto ho cercato un editore, non è facile nemmeno questo. Lo volevo bravo, anche se piccolo. Capace, onesto, serio. Volevo che il mio libro avesse una veste dignitosa, non una di quelle copertine che sembrano create in word da un dilettante allo sbaraglio. Volevo una copertina vera, un interno curato. Ce l'ho fatta, credo che sia un bel libro. Lo guardo e mi piace, sono contenta...
Ora, dopo averlo fatto nascere, viene la parte più difficile, farlo sopravvivere. Perché i libri vanno al macero, o smettono di venire stampati. In altre parole... muoiono. 
Dunque... come aiutarlo a sopravvivere?